Biometano dagli scarti oleari: ora si può
L’Italia è il secondo produttore mondiale di olio con circa 600.000 ton commercializzate. Il trattamento e lo smaltimento dei reflui oleari e della sansa rappresenta il principale problema ambientale per i produttori di olio del Mediterraneo.
Agroenergia ha organizzato a Lecce venerdì 26 settembre un seminario dal titolo: “Biometano da soli scarti oleari: ora si può” in cui l’argomento principale è stato il trattamento, la gestione e la valorizzazione energetica delle sanse. Fino ad oggi, le sanse sono state utilizzate negli impianti di biogas in misura ridotta, fondamentalmente per la loro stagionalità, che rendeva necessario associarle ad altre biomasse.
Se questo non era un problema per chi aveva già un impianto di biogas alimentato ad altre matrici, era però un ostacolo non da poco per un frantoiano che intendesse dotarsi di un impianto di biogas autonomo, perché comportava la necessità di procurarsi altre biomasse all’esterno. Inoltre, dovere acquistare biomasse sul mercato, rendeva sicuramente meno interessante l’intero investimento.
Durante l’incontro è stata presentata una nuova tecnologia nella spremitura delle olive, che produce il cosiddetto paté, ossia una sansa con ottimo potenziale energetico e con caratteristiche adatte per consentirne lo stoccaggio per oltre sei mesi, in un tipo di impianto di biogas idoneo a trattare questo prodotto.
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